23.3.16

La prossima tappa

Avevamo lasciato il Ruanda consci di voler trovare un modo di continuare a lavorare per i poveri all'estero, per dedicare le nostre energie a progetti simili a quelli intrapresi in Africa e non semplicemente tornare indietro, forzati, restare inaciditi e finire in depressione. Sapevamo anche di dover trovare qualcosa a breve, rendendo questo mese una vacanza tra una missione e l'altra, per non risistemarci nella vita "normale" e poi ripartire in futuro, che sarebbe stato complicato, soprattutto per i bambini.
Siamo quindi contenti di annunciare che abbiamo trovato un ottimo progetto in cui inserirci e a cui dedicarci: il 7 aprile partiamo per il Guatemala, America Centrale, giusto sotto il Messico.
Lavoreremo con UPAVIM (Unidas para vivir mejor - Unite per vivere meglio), un'organizzazione locale che da 25 anni lavora in uno slum della capitale, Citta' del Guatemala, con vari progetti, puntando sulle donne (come stavamo facendo noi a Kigali) - cliccate sul nome per saperne di più (in inglese o spagnolo).
Mattia insegnerà inglese nella loro scuola elementare, che grazie al programma di Inglese da 8 anni e' diventata a tempo pieno, in modo da dare ai bambini dell'area non solo un'offerta didattica migliore, ma anche la possibilità di stare più a lungo in un ambiente sicuro e costruttivo piuttosto che in strada.
Elena collaborera' con il team medico (hanno una clinica e una farmacia), formando le donne su temi di salute, cercando di ampliare il programma che adesso si concentra su nutrizione e fitness per introdurre temi legati alla disabilita', e magari anche creando un laboratorio di lavori in cartone, che può dare cos' tanto a progetti a livello comunitario ed e' stato uno degli aspetti più positivi della sua esperienza ruandese.
I bambini andranno nella scuola dove insegnerà Mattia, quindi dovranno imparare spagnolo, che non dovrebbe essere difficile, essendo gia' bilingui; tra l'altro, questo mese di scuola in italiano sicuramente aiuterà il passaggio allo spagnolo.
Il Guatemala e' un paese violento e il quartiere Esperanza non e' certo diverso, al contrario e' uno slum infestato da violenza tra bande, ma ci hanno garantito che i volontari sono sicuri e non hanno mai subito ne' sono stati testimoni di violenze; ovviamente, sara' comunque un aspetto con cui avremo a che fare visto che influenza in maniera significativa la vita delle persone con cui lavoreremo. Per la nostra sicurezza, e per farvi stare tranquilli, pare che vivremo con gli altri volontari al quarto piano dell'edificio principale di Upavim, che e' alquanto sicuro.
L'organizzazione non e' sostenuta da alcuna grande ONG o simili, per cui questa volta non saremo ricchi occidentali stipendiati, ma volontari spesati. Quindi siamo estremamente grati a tutti quelli che hanno deciso di sostenerci in questa nuova avventura missionaria finanziandoci con grande generosità (alquanto necessario visto che ci paghiamo voli e assicurazione medica, più spese irlandesi, come bilancio mutuo-affitto): a nonna Chiara, altri parenti, Grace e Daphne un grandissimo GRAZIE, visto che senza di voi non potremmo fare tutto questo!
L'idea e' di stare via un anno e mezzo, visto che il calendario scolastico locale va da gennaio ad ottobre, per cui quest'anno perdiamo il primo trimestre, ma l'anno prossimo potremo farlo completo.


Nessun commento:

Posta un commento